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Fermata #119 - Milei e l'ombra di Bitcoin in Argentina

Il vincitore delle primarie ha concrete probabilità di successo alle elezioni governative del Paese sudamericano: si definisce anarco-capitalista e dice di essere pro Bitcoin. Opinioni e incoerenze

Lo Stato non è la soluzione, è il problema”.

E’ così che Javier Milei, fresco vincitore delle primarie in Argentina, parla in un video virale in cui esegue l’elenco dei ministeri che vorrebbe far sparire dallo Stato sudamericano: turismo, sport, cultura, ambiente, innovazione, educazione, lavoro, trasporti, sanità. Tutte strutture burocratiche che, secondo Milei, hanno l’unica funzione di creare ostacoli e frenare crescita, innovazione e prosperità.

I media di tutto il mondo1 si sono affrettati a definire lo stravagante personaggio come di estrema destra, dunque un potenziale pericolo per l’Argentina. La realtà è che Javier Milei si è sempre definito un minarchista2 nel breve periodo e un anarco-capitalista3 nel lungo e gran parte delle sue posizioni, lungi dall’essere autoritarie, rispecchiano bene queste definizioni. Il suo linguaggio, la sua comunicazione e i suoi atteggiamenti hanno fatto scalpore in tutto il mondo e interessano anche questa newsletter. Milei si è più volte espresso a favore di Bitcoin, non mancando di far emergere, tuttavia, evidenti contraddizioni.

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Il contesto

Javier Gerardo Milei, 53 anni, è un economista e professore universitario che, nel 2019, ha deciso di buttarsi in politica fondando il suo movimento La Libertad Avanza.

Considerato un outsider con quasi nessuna possibilità di successo, vince a sorpresa le elezioni primarie dello scorso 13 agosto, con il 32,4% delle preferenze. Le due formazioni storiche del Paese, i peronisti e il centrodestra, si fermano rispettivamente al 21,6% e al 18,8%. In Argentina le primarie sono considerate come un importante sondaggio che precede le elezioni presidenziali vere e proprie. Queste ultime si terranno il prossimo 22 ottobre.

Meno Stato e abolizione della banca centrale

Il vincitore delle primarie è indubbiamente figlio delle teorie economiche della scuola austriaca. Pare che abbia persino chiamato i suoi cani con i nomi di alcuni dei massimi esponenti della filosofia libertaria: Murray Rothbard, Ludwig von Mises, Friedrich Hayek, Milton Friedman e Ayn Rand4 (anche se gli ultimi due non facevano parte della scuola austriaca). In un mondo guidato da ideali politici che si discostano solo apparentemente su alcuni temi divisivi, ma che perseguono sempre e comunque la visione statalista, è comprensibile lo sbigottimento generale.

La politica di Milei si potrebbe riassumere in questo modo:

  • Economia e Privatizzazione: libero mercato sopra ogni cosa. Secondo Milei le aziende statali, soprattutto in Argentina, sono inefficienti e propense alla corruzione. Attraverso la privatizzazione, sostiene che l'efficienza economica possa essere ottimizzata.

  • Tassazione: drastica riduzione delle tasse. Per Milei questo stimolerebbe gli investimenti privati, generando crescita e opportunità di lavoro.

  • Dollarizzazione e Inflazione: l'Argentina è afflitta da una storia di crisi finanziarie, debiti profondissimi e alti tassi di inflazione. Milei propone la dollarizzazione come mezzo per stabilizzare l'economia.

  • Critiche al FMI e alle banche centrali: i rapporti dell'Argentina con il Fondo monetario internazionale sono burrascosi. Milei sostiene che l’Fmi rappresenti un meccanismo di controllo economico esterno e una minaccia alla sovranità nazionale. La sua avversione per le banche centrali è ancor più marcata: in una trasmissione televisiva di quattro anni fa ha distrutto con un bastone una pignatta a forma di banca centrale. Secondo lui, le politiche monetarie sono alla radice dell'instabilità economica dell'Argentina.

L’endorsement a Bitcoin e le contraddizioni

L'Argentina da decenni soffre di inflazione galoppante (ora è al 114%) e di instabilità economica. Nel contesto di questa crisi, Bitcoin è già da tempo emerso come una potenziale soluzione. Il Paese è il tredicesimo al mondo per adozione di criptovalute e il 16% del loro utilizzo in tutto il Sudamerica è concentrato in Argentina.

Se in Italia qualcuno può ancora concedersi il lusso di considerare Bitcoin un prodotto speculativo, a Buenos Aires la moneta scoperta da Satoshi Nakamoto è già diventata più affidabile della valuta locale, il peso. Inevitabile, dunque, che diventi argomento di dibattito politico.

Milei è stato il candidato che ha supportato maggiormente Bitcoin durante la campagna elettorale, definendolo a più riprese come il tentativo di “riportare la moneta al suo creatore originale: il settore privato”.

https://www.reddit.com/r/Bitcoin/comments/102h5fc/javier_milei_argentinian_politician_who_has_an/?rdt=36068
Sfide difficili da concretizzare

Qualora Milei dovesse ribadire il risultato delle primarie e vincere anche le prossime elezioni, formando il governo, si troverà davanti a sfide non indifferenti.

  • Riduzione dello Stato: tra il dichiarare la volontà di sradicare gran parte dei ministeri e il farlo effettivamente c’è un abisso. I benefici provenienti dal risparmio sulla spesa pubblica e la liberalizzazione dei mercati di influenza dei rispettivi dicasteri potrebbero non essere sufficienti per convincere l’opinione pubblica.

  • Rapporto con la banca centrale: Milei dice di voler eliminare la banca centrale ma, per quanto l’intento sia nobile, la sua messa in pratica non è affatto scontata. L'articolo 120 della Costituzione argentina stabilisce che la banca centrale è un'istituzione autonoma, indipendente dal governo. Per scioglierla, il governo dovrebbe modificare la Costituzione, cosa che richiederebbe un'ampia maggioranza parlamentare e un referendum popolare. Un tentativo è fallito già nel 2001 quando il governo del presidente Fernando de la Rúa ha incontrato sia l'opposizione parlamentare che quella popolare.

  •  Rapporto con il Fmi: l’Argentina è il più grande debitore al mondo dell’Fmi. Dai prestiti dell’istituzione - che ammontano a circa $70 miliardi dal 1956 a oggi - sono dipese le politiche economiche che hanno portato ripetutamente il Paese al collasso: dal 1956 l’Argentina ha dichiarato default sul debito pubblico sei volte. Come si porrà Milei, critico aspro del Fmi, sapendo che a oggi l’Argentina deve $45 miliardi all’istituzione?

Contraddizioni

Al di là degli ostacoli che troverebbe sulla propria strada il leader libertario in caso di vittoria delle prossime elezioni, vale la pena evidenziare tutt’ora un paio contraddizioni nel suo programma.

Come anticipato, se da un lato Milei elogia Bitcoin come strumento di libertà, dall’altro dichiara di voler dollarizzare l’Argentina. Pur comprendendo l’ovvio - e cioè che il dollaro rappresenta una valuta molto più stabile e affidabile rispetto al peso argentino - dollarizzare un Paese significa diventare a tutti gli effetti schiavi monetari della Federal Reserve e degli Stati Uniti. Come se la sottomissione all’Fmi, braccio armato degli Usa, non bastasse. Come si concilia l’idea di liberalizzare l’economia con quella di consegnarne il sistema circolatorio - il denaro - alla volontà Washington?

Un altro tema che ha suscitato forti critiche in tutto il mondo è la contrarietà di Milei all’aborto. Una contrarietà legittima se restasse solo un’opinione personale, ma se l’intenzione fosse quella di vietare l’aborto tramite la legislazione statale, sarebbe evidente la contraddizione con l’auto definizione di anarco-capitalista. In questo senso il leader di “La Libertad Avanza” non è stato molto chiaro. In un’intervista al quotidiano argentino La Nacion, rilasciata lo scorso 15 dicembre, Milei ha dichiarato quanto segue:

  • L'aborto è un omicidio di un essere umano in fase embrionale. Lo Stato dovrebbe proteggere la vita umana, anche se è in fase embrionale;

  • L'aborto è una questione morale, non politica. Non è una questione di diritti, non è una questione di libertà. E sulla morale ognuno ha la sua opinione;

  • Io penso che l'aborto sia un omicidio, ma non pretendo di imporre la mia opinione agli altri. Se qualcuno ritiene che l'aborto sia un diritto, è libero di pensarla così. Lo Stato non dovrebbe avere il diritto di imporre la propria morale agli altri.

Come interpretare frasi quali “lo Stato dovrebbe proteggere la vita umana” e “lo Stato non dovrebbe avere il diritto di imporre la propria morale agli altri” pronunciate in un’unica intervista, è impresa ardua. Resta il fatto che Milei vorrebbe eliminare l’attuale legge che in Argentina consente liberamente l’aborto entro le 14 settimane di gestazione. Anche in questo caso, la fattibilità non è scontata e includerebbe l’indizione di un referendum popolare in un Paese in cui, secondo i sondaggi, il 53% della popolazione è a favore dell’aborto e il 47% è contrario.

In conclusione, quando si parla di figure politiche, specialmente nel corso delle campagne elettorali, è bene esercitare estrema precauzione. Su Twitter tanti sostenitori di Bitcoin hanno commentato favorevolmente il successo di Milei alle primarie. Ma, per quanto possa far piacere l’eventuale introduzione di Bitcoin in Argentina anche a livello pubblico, va ricordato che lo Stato non serve a Bitcoin.

E’ Bitcoin che servirà allo Stato.

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