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Fermata #133 - La Bitcoin Week italiana
Sviluppo, educazione, mining: i temi e gli highlights provenienti dall'evento Build the Builders di Viareggio e dal PlanB Forum di Lugano.
Quattro giorni di summit a Viareggio e due giorni di conferenza internazionale a Lugano. Se non geograficamente italiana al 100%, è stata pur sempre una Bitcoin Week italofona.
Il venture capital Fulgur Ventures, gestito da Oleg Mikhalsky, ha organizzato a Viareggio l’evento Build the Builders, dal 15 al 18 ottobre, riunendo in Toscana gli addetti ai lavori del mondo Bitcoin più attivi. Tra i nomi principali presenti all’evento Adam Back, Peter Todd, Samson Mow, Giacomo Zucco, Jimmy Song e Max Kaiser con Stacy Herbert. Non sono mancati poi sviluppatori e ricercatori coinvolti direttamente nello sviluppo di Stratum V2, RGB, Taproot e Lightning Network1.
Dell’evento, tre pieni giorni sono stati dedicati a presentazioni e panel sullo stato di Bitcoin. Il protagonista indiscusso è stato evidentemente il lato tecnologico, con diversi dibattiti relativi ai protocolli in costruzione su Bitcoin e agli standard da condividere per rendere il processo di sviluppo, oltre che al funzionamento stesso dei vari servizi, più fluido.
Vista la presenza di Max Keiser e Stacy Herbert, megafoni della propaganda del presidente di El Salvador Nayib Bukele, si è parlato anche di adozione nazionale. Tuttavia, salvo la ripetizione di slogan politici e lo sventolamento di cappellini a sostegno di Bukele - in uno sfoggio di cultura della personalità francamente incoerente con i valori di Bitcoin - ben poche novità sono emerse dal lato governativo.
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Diverso è il discorso per le iniziative individuali mirate all’educazione della popolazione locale. Rogzy, fondatore di Decouvre Bitcoin e noto bitcoiner francese, ha parlato del suo progetto di installare un nodo Bitcoin in 6.000 scuole di El Salvador, per cui non ha trovato alcuna barriera burocratica. “Avessi proposto questa iniziativa in Francia - ha detto - avrei dovuto aspettare anni di carte e non è detto che avrei ottenuto il permesso alla fine”. Lo stesso Rogzy ha descritto una community di bitcoiner in forte crescita in Francia, in un panel dedicato all’adozione di Bitcoin al di fuori di El Salvador.
Altra protagonista dell’evento è stata proprio l’educazione. I membri del BitPolito, organizzazione studentesca che già ha realizzato con successo un percorso di alternanza scuola-lavoro per gli studenti del Liceo Alfieri di Torino, hanno annunciato la nascita di un master universitario su Bitcoin nell’ambito del Dipartimento di Scienze Matematiche (DISMA) del Politecnico di Torino.
A Viareggio, poi, è stato portato un gruppo di studenti CUBO+, progetto educativo mirato all’insegnamento della programmazione su Bitcoin a studenti universitari di El Salvador. Quest’ultimi hanno seguito lezioni su Lightning durante la settimana precedente all’evento Build the Builders, in un corso chiamato Lightning Bootcamp.
L’educazione ci porta direttamente sul palco principale del Lugano PlanB Forum, la conferenza internazionale tenutasi nella città ticinese il 20 e 21 ottobre scorsi. Giacomo Zucco, con Paolo Ardoino e Oleg Mikhalsky, ha annunciato la nascita di PlanB Foundation e PlanB Network, un’iniziativa pensata per riunire i progetti educativi su Bitcoin sparsi nel mondo in un unico hub di riferimento.
La kermesse ha ospitato la famiglia di Julian Assange che ha raccontato la lotta del giornalista australiano per la libertà di parola.
Sul palco principale si è parlato tanto di mining e dei suoi potenziali benefici per l’ambiente: a prendere la parola è stato, tra gli altri, l’ambientalista Daniel Batten che ha spiegato come, per lui, quello in bitcoin sia il miglior investimento ESG2 esistente. Sebastien Gouspillou, Ceo di BigBlock Green Services, ha poi raccontato come il mining di Bitcoin alimentato dall’idroelettrico stia salvando economicamente il Parco Nazionale Virunga in Congo.
Di mining ho parlato anch’io al Palco21, l’area esterna accessibile senza biglietto e dedicata alla divulgazione dei concetti base di Bitcoin per un pubblico di curiosi, con interventi in italiano (su YouTube è disponibile anche il mio intervento sul rapporto tra i mass media e l’innovazione).
A dare un’ulteriore tinta tricolore a Lugano ci ha pensato quello che, a mio avviso, resterà l’highlight della settimana. Riccardo Giorgio Frega, due volte intervistato in questa newsletter, ha raccontato la sua esperienza insieme a Laura Nori in Turchia e Libano. Ha spiegato come le persone convivano con tassi d’inflazione a doppia e tripla cifra e, soprattutto, quanto sia banale per il sistema fiat generare volumi di denaro difficilmente quantificabili tramite la macchina del debito: una macchina che diventa una supercar quando si tratta di finanziare conflitti armati: l’attualità in Ucraina e in Palestina ne è solamente l’ultima testimonianza.
Sul palco Riccardo ha reso chiaramente l’idea di quale sia il valore intrinseco del denaro fiat, specialmente nei contesti bellici.
Togliere il potere della generazione di denaro alle autorità riduce la capacità dei governi di finanziarsi a debito, diminuendo quindi la possibilità di sostenere guerre perpetue.
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