Fermata #168 - Il Giorno del Dimezzamento

Bitcoin Train festeggia il primo halving da quando è nata, avvenuto la scorsa notte. E' il quarto della storia di Bitcoin. Quali gli eventi simbolo di ogni epoca?

A 15 anni di vita, da pochissime ore Bitcoin è entrato nella sua quinta epoca. 

E’ così che vengono definite le sezioni da 210.000 blocchi che separano un halving dal suo successivo. L’orologio universale che caratterizza Bitcoin, la sua timechain, ha raggiunto nella notte l’altezza di blocco 840.000, facendo scattare così il quarto halving della storia. La ricompensa inflativa corrisposta ai miner a ogni nuovo blocco è passata da 6,25 bitcoin a 3,125 bitcoin.

Per l’occasione, che si ripete ogni circa quattro anni, vediamo quali sono stati gli episodi più significativi - secondo chi vi scrive - di ogni epoca.

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Di seguito l’estratto gratuito di questo articolo di Bitcoin Train Podcast.

Epoca I - 2009/2012

Il turning point della prima epoca di Bitcoin selezionato da Bitcoin Train è quello di Silk Road, la cui storia è raccontata nei dettagli nella fermata #52.

Silk Road non era solo un mercato online, era un esperimento socio-economico basato sulla libertà di scambio. Ma l’elemento più importante è che Silk Road ha rappresentato il primo concreto esempio d’integrazione di bitcoin in quello che era a tutti gli effetti un e-commerce.

L'idea del suo creatore, Ross Ulbricht, era quella di creare un mercato libero dalle restrizioni governative, dove la domanda e l'offerta potessero incontrarsi senza intermediazioni. Silk Road operava su Tor, una rete che facilita l'anonimato online, proteggendo l'identità dei suoi utenti. I pagamenti erano gestiti esclusivamente in Bitcoin e questo ha inevitabilmente accelerato l'adozione e l'interesse per l’asset. Ulbricht ha scelto la scoperta di Satoshi Nakamoto per la sua natura distribuita, essenziale per un mercato autenticamente libero, arrivando a processare in due anni un volume di pagamenti equivalente a $214 milioni.

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Epoca II - 2012/2016

La seconda epoca è targata Mt. Gox. Originariamente sviluppato come un luogo di scambio per le carte collezionabili del gioco Magic: The Gathering Online, la piattaforma Mt. Gox venne lanciata nel luglio del 2010.

Pochi mesi dopo il suo lancio, il focus della piattaforma cambiò trasformandosi in un exchange di bitcoin. Mt. Gox divenne rapidamente uno degli exchange di bitcoin più riconosciuti, controllando circa il 70% dei volumi di scambio mondiali all'inizio del 2013.

I problemi più importanti arrivarono nel 2014, sebbene ci fossero sospetti di attacchi hacker già dal 2011. Il primo grande attacco avvenne nel giugno del 2011, quando un computer compromesso di un revisore permise a un hacker di manipolare il prezzo di bitcoin a un centesimo di dollaro e di trasferire circa 2.000 bitcoin dai conti dei clienti.

Nel febbraio del 2014 l'exchange sospese improvvisamente i prelievi e il sito web divenne inaccessibile. Il 24 febbraio dello stesso anno, Mt. Gox interruppe tutte le attività di trading e il 28 febbraio dichiarò bancarotta in Giappone, ammettendo la perdita di 844.408 bitcoin.

Pari forse solamente a quella di Quadriga, finita anche su Netflix con il docufilm Trust No One, quella di Mt. Gox è una delle storie più controverse e affascinanti che gravitano intorno al mondo Bitcoin e che ne hanno segnato i primi anni di vita, portando la criptovaluta sulla bocca di tutti.

Epoca III - 2016/2020

Lo scontro che ha ispirato il libro The Blocksize War, già citato nella fermata #23, era partito in realtà nell’agosto del 2015, ma con i suoi oltre due anni di durata è ciò che senza ombra di dubbio ha caratterizzato in modo più marcato la terza epoca di Bitcoin, se non la sua intera storia.

Il problema principale al centro della Blocksize War era come scalare efficacemente la rete Bitcoin per supportare un numero maggiore di transazioni.

La comunità si divise principalmente in due campi:

  1. Big blockers: composto dai più grandi player del settore, aziende e miner già di dimensioni considerevoli, questo gruppo proponeva di aumentare la dimensione dei blocchi per includere più transazioni per blocco. La loro argomentazione si basava sull'idea che blocchi più grandi avrebbero ridotto le commissioni per transazione e aumentato il throughput della rete.

  2. Small blockers: il gruppo rappresentava la minoranza della community e sosteneva soluzioni off-chain, come il Lightning Network, per gestire il volume delle transazioni. Essi sapevano bene che aumentare la dimensione dei blocchi avrebbe compromesso la decentralizzazione e la sicurezza della rete.

La tensione culminò nell'estate del 2017, con la proposta di un aggiornamento chiamato Segregated Witness (SegWit) - spiegato nella fermata #80 - che aveva l'obiettivo di aumentare l'efficienza della dimensione dei blocchi senza modificarne il limite formale di 1 MB, ma portandolo nei fatti a un limite virtuale di 4 MB.

Nonostante l'adozione di SegWit in forma di soft-fork, i big blockers rimasero insoddisfatti portando alla creazione, tra le altre cose, di Bitcoin Cash.

L’importanza storica del conflitto, il più duro nella pur breve vita di Bitcoin, sta nella dimostrazione concreta del fatto che fossero i singoli nodi a imporre le regole di consenso e non i miner.

Epoca IV - 2020/2024

L’evento distintivo dell’epoca appena conclusa non poteva essere che quello insieme al quale è nata questa newsletter. Il 7 settembre 2021 la prima nazione al mondo adottava Bitcoin a corso legale e, in quel giorno, nasceva Bitcoin Train (valutate voi quale sia stato l’evento più importante!)

Da allora, è doveroso dirlo, i progressi in El Salvador non sono stati entusiasmanti. La diffusione del wallet statale Chivo è stata inefficace per l’adozione dei pagamenti in bitcoin per le strade, l’educazione della popolazione è stata gestita fino a pochi mesi fa unicamente da associazioni no-profit come Mi Primer Bitcoin. Non giova a tutto ciò la costante propaganda perpetrata da Max Keiser e Stacy Herbert.

D’altro canto, gli investimenti esteri nel Paese sono aumentati vertiginosamente e molte società del settore si sono trasferite in loco. Inoltre l’investimento in bitcoin di parte delle risorse pubbliche pianificato dall’amministrazione Bukele sta dando i suoi frutti e potrebbe in futuro, con un ulteriore apprezzamento dell’asset, liberare El Salvador dalle catene del Fondo Monetario Internazionale.

Alla mossa di El Salvador è doveroso aggiungere un evento non meno importante. La più recente approvazione degli ETF spot su Bitcoin da parte della Sec negli Stati Uniti è stata vista dal mondo mediatico come il matrimonio tra due mondi apparentemente antitetici: Bitcoin e finanza tradizionale.

Un passo inevitabile in un percorso d’adozione destinato a rendere Bitcoin uno degli asset più importanti della storia dell’umanità.

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