Fermata #196 - Le fallacie del mining

Spreco energetico e monopolio della produzione degli ASIC. In questo estratto di Criptoeconomia Eric Voskuil smentisce analiticamente le fallacie logiche legate al mondo del mining

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Estratto di Criptoeconomia

Autore: Eric Voskuil

Editore: Pubblicazione autonoma

Anno di pubblicazione: 2020

Fallacia del monopolio degli ASIC

Vi è una teoria secondo la quale il prezzo degli ASIC per minare Bitcoin sia controllato da un cartello di miner che creano uno sproporzionato vantaggio ai centri di mining partecipanti al cartello.

A livello economico, non vi è differenza tra un cartello ed una singola organizzazione. A livello organizzativo, cambiare la dimensione di una società è un esito del libero mercato che è osservabile quando il capitale va alla ricerca di economie di scala ottimali.

Se i partecipanti al cartello ricevono gli ASIC ad un prezzo che produce un ritorno sul capitale al di sotto del valore di mercato, ciò si configura come un sussidio tra i partecipanti. Lo stesso fenomeno si verifica per un prezzo che produce dei ritorni sul capitale al di sopra del livello di mercato, con il sussidio che opera nella direzione opposta.

Per questa ragione, non vi è alcun vantaggio netto nell'applicare questo sconto tra i partecipanti. La produzione è generalmente impostata ad un livello che mira a produrre il massimo tasso di ritorno sul capitale.

L'unica maniera economicamente razionale per innalzare i prezzi è quella di limitare la produzione al di sotto di quel livello ottimo. Altrimenti i prezzi più alti si tradurrebbero in un inventario invenduto portando a ritorni netti più bassi. Questo significa che la produzione deve essere limitata dal cartello per aumentare il prezzo unitario per i non-membri.

Limitare la produzione lascia l'opportunità ad altri produttori di attrarre i clienti con una più bassa utilità marginale per il prodotto, in quanto questi clienti rimarrebbero altrimenti non serviti. Quindi, la competizione abbassa il prezzo finché il mercato non si equilibra.

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Un libero mercato ricerca il prezzo di equilibrio che produce il ritorno sul capitale globale (l’interesse). Un prezzo corrente al di sopra di questo livello di prezzo incrementa la produzione mentre un livello al di sotto di tale livello la diminuisce. È la preferenza temporale a determinare il tasso di interesse. A meno che la produzione non sia soggetta in maniera sproporzionata alle forze antimercato quali la tassazione o il sussidio, ciascuno può godere della stessa opportunità di raccogliere capitale e competere nella produzione. Se ciò non avviene, significa che i ritorni su questa linea di attività sono compatibili con i ritorni medi di mercato.

La tassazione ed il sussidio creano delle distorsioni a livello regionale ma non eliminano la competizione. In altre parole, il prezzo di monopolio è solamente il prodotto dalla concessione del potere di monopolio da parte dello stato.

Una teoria collegata alla precedente afferma che l'acquisto di ASIC da questo cartello porti ad incrementare il suo stesso hash power. Questa teoria è invalida sulla base della spiegazione illustrata precedentemente sul prezzo di monopolio.

Il capitale del produttore andrà sempre alla ricerca dello stesso ritorno in qualsiasi linea di business o di investimento. Non vi è alcuna ragione di credere che il ritorno sia sproporzionato relativamente ai soli ASIC.

Un'ulteriore teoria collegata afferma che l'algoritmo di proof of work di Bitcoin produce una pressione al raggruppamento come conseguenza del supposto fenomeno di cartellizzazione.

Se le persone credono veramente che gli ASIC siano sovraprezzati la risposta razionale è quella di raccogliere capitale e mettersi a produrre ASIC. Ma in ogni caso, sono le sole forze di mercato e anti-mercato (dello stato) a controllare la produzione dei chip e per questa ragione ciò non costituisce una pressione al raggruppamento basata sul protocollo.

Fallacia dello spreco di energia

Esiste una teoria secondo la quale la proof-of-work rappresenti uno spreco di energia. Questo implica che il livello di sicurezza fornito è maggiore del necessario o che lo stesso livello di sicurezza possa essere fornito da un altro tipo di prova esternalizzata ad un minore costo energetico.

Una prova di tipo internalizzato, specificamente la proof-of-stake (PoS), rappresenta un altro modello di sicurezza che non è criptodinamicamente sicuro e non viene preso qui in ulteriore considerazione. L'hash power totale è una funzione della ricompensa, che è funzione delle commissioni, che a loro volta sono determinate dal mercato delle conferme.

Se una persona considera il corrente hash power insufficiente a proteggere uno scambio di un certo valore contro la doppia spesa allora il requisito di profondità richiesto aumenta. Inoltre, come mostrato nella Proprietà della Soglia di Utilità , le transazioni con un valore insufficiente anche per avere la sicurezza di una sola conferma, vengono escluse dalla catena.

Questi limiti di sicurezza, rispettivamente superiore ed inferiore, dipendono dal costo di conferma e sono quindi indipendenti dalla tecnica impiegata dalla prova. Non vi è alcun livello di sicurezza necessario, ma solo una profondità di conferma soggettiva ed un'utilità minima. La sicurezza nella conferma aumenta all'aumentare del costo per generare ciascun blocco.

La doppia spesa di una transazione richiede che il suo ramo sia sostituito da un altro avente un maggior costo probabilistico. Così, il costo energetico può essere ridotto solamente spendendo lo stesso costo medio per un dato tempo di conferma, ma con una minore componente di energia. Il lavoro è costituito da differenti forme di costo che includono lavoro, hardware, servizi, terreni, etc.

Qualsiasi altra prova di tipo esternalizzato consuma le stesse risorse, sebbene potenzialmente in diverse proporzioni. La questione della riduzione del costo energetico si riduce allo stabilire se una componente energetica del costo della prova può essere sostituita da un’altra risorsa allo stesso costo. Tuttavia, il costo della risorsa sostitutiva include tutti i suoi costi di produzione che devono necessariamente ricondursi all'energia. La teoria è quindi invalida.

Inoltre, garantire la sicurezza di qualsiasi moneta rappresenta un costo per i commercianti. Per questa ragione, il fatto che essa venga usata implica che essa sia preferita rispetto alle alternative. Questo implica che le alternative sono essenzialmente più costose. Poiché tutti i costi si riducono fondamentalmente al consumo di energia, segue che la moneta in uso è quella maggiormente efficiente dal punto di vista energetico.

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