Fermata #201 - L'adozione silenziosa

La Borsa Svizzera e due banche tedesche si lanciano su Bitcoin. Blackrock pubblica un report evidenziando le opportunità di investimento su Bitcoin, ma il prezzo non decolla. Gli effetti di un'adozione silenziosa

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Sembrano lontanissimi i tempi in cui bastava il semplice annuncio di Tesla che comunicava di iniziare ad accettare Bitcoin per alcuni suoi prodotti per far esplodere il prezzo della criptovaluta. Era il 2021.

Oggi, tre anni più tardi, il prezzo quasi non reagisce a tre notizie di adozione istituzionale lanciate nel giro di 72 ore.

La prima notizia arriva dalla Svizzera, dove l’operatore di Borsa SIX ha annunciato di valutare seriamente il lancio di un exchange. Bjørn Sibbern, responsabile globale delle Borse di SIX Group, ha dichiarato che “l’azienda sta valutando la creazione di una piattaforma in cui possiamo facilitare il trading, sia di crypto spot che di derivati”.

La seconda notizia arriva dalla Germania, dove due delle principali banche del Paese, Commerzbank e DZ Bank, hanno lanciato il trading di Bitcoin per i loro clienti. Commerzbank è una delle quattro maggiori banche tedesche e DZ Bank è parte del gruppo Volksbanken Raiffeisenbanken: rappresentano, di fatto, colossi del sistema bancario europeo che apriranno l’accesso al trading di Bitcoin a circa 40 milioni di clienti.

La terza notizia proviene dagli Stati Uniti, dove BlackRock ha pubblicato un report descrivendo Bitcoin come un'opportunità di diversificazione per gli investitori tradizionali.

Qualcuno potrebbe pensare: “Ma come? Bitcoin non era una tecnologia anti sistema?

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L’incentivo economico: parte integrante della teoria dei giochi

Bitcoin è molto più di un asset anti-sistema. È una tecnologia che incentiva non solo i suoi sostenitori più radicali, ma anche i potenziali avversari. E’ ormai chiaro come la scarsità programmata crei un meccanismo di apprezzamento a parità di domanda. Ogni evento che rappresenta un incremento di adozione costituisce un passo verso l'aumento del valore dell'asset. Il motivo per cui persino le istituzioni finanziarie, apparentemente estranee o addirittura ostili a Bitcoin, sono attratte da esso è legato a questa dinamica di mercato.

Le banche e le grandi istituzioni non possono ignorare l’apprezzamento dell’asset. Bitcoin crea un ambiente perfetto sia per la speculazione che l’investimento a lungo termine. Quando il prezzo cresce, anche gli attori finanziari più conservatori non ignorano l’incentivo economico.

La teoria dei giochi entra in campo proprio qui: Bitcoin è strutturato in modo tale che chiunque – anche chi nega o critica il suo potenziale – sia incentivato a partecipare per non restare escluso dai benefici economici futuri. Le istituzioni finanziarie, guidate dall'avidità o dall'opportunismo, sono obbligate a entrare in gioco, sapendo che rimanere fuori potrebbe costare caro.

I due circoli opposti: virtuoso per Bitcoin, vizioso per il sistema fiat

Il processo appena descritto genera un effetto di rafforzamento per Bitcoin, ma paradossalmente indebolisce il sistema finanziario tradizionale che lo abbraccia. Ogni volta che un’istituzione decide di offrire Bitcoin ai suoi clienti o di inserirlo nel proprio portafoglio, legittima l’asset agli occhi del pubblico, ne rafforza la posizione e ne accresce ulteriormente la domanda. Il risultato è un circolo virtuoso per Bitcoin: più viene adottato, più si apprezza, e più cresce l’interesse da parte di altri attori finanziari.

Shortare il sistema

Per il sistema fiat il processo è opposto. La domanda di bitcoin spinge verso l’alto il suo valore, mentre l’economia tradizionale basata sul debito e sull’espansione monetaria perde forza. In questo contesto, comprare bitcoin con valuta fiat diventa un’operazione di shorting implicito. Ogni transazione che sposta valore da fiat a bitcoin riduce la domanda per la valuta fiat, aumentandone la vulnerabilità all’inflazione.

La dinamica di domanda non è complessa: ogni volta che un investitore compra bitcoin, impegna risorse che altrimenti sarebbero state destinate all’acquisto o all’investimento in asset denominati in fiat. Questo riduce la pressione di acquisto sulla valuta fiat stessa, mentre aumenta quella su bitcoin. Più denaro viene destinato all’acquisto di bitcoin, meno ne resta per mantenere stabile il valore delle valute fiat.

Supponiamo, ad esempio, che una banca decida di allocare $100 milioni in bitcoin. Il mercato risponde a questo spostamento di capitale, aumentando il prezzo di bitcoin grazie alla sua scarsità, mentre la domanda di dollari diminuisce. A parità di altre condizioni, questa diminuzione di domanda riduce il potere d’acquisto del dollaro, incrementando così la pressione inflazionistica.

La dinamica può essere espressa anche in termini di rapporto tra domanda e offerta. Mentre l’offerta di bitcoin è fissa e predeterminata, quella del dollaro può essere espansa all’infinito tramite politiche monetarie inflazionistiche. Il dollaro, quindi, tende a perdere valore man mano che la fiducia in esso diminuisce e la sua offerta aumenta.

Questo processo non è visibile immediatamente, ma il suo effetto cumulativo è devastante per il sistema fiat. Una volta che il ciclo si innesca, diventa quasi impossibile da fermare, poiché più istituzioni si rendono conto della dinamica, più si affrettano a comprare bitcoin per proteggersi dall’erosione del valore delle valute tradizionali.

Il cavallo di Troia

Alla luce di tutto ciò, possiamo capire perché Alex Gladstein definisca Bitcoin come un “cavallo di Troia per la libertà”.

Le notizie degli ultimi tre giorni, solo apparentemente piccole e poco rumorose, segnalano un fenomeno molto più ampio e profondo: la lenta ma inesorabile transizione del sistema finanziario tradizionale verso Bitcoin. Le banche e gli istituti che adottano Bitcoin, spesso senza rendersene pienamente conto, stanno contribuendo a un cambiamento sistemico che potrebbe portare alla rovina delle stesse istituzioni che non si adeguano al nuovo contesto.

Queste piccole mosse di adozione sono ormai così frequenti e diffuse che non fanno più grande clamore. Eppure, con ogni mossa, con ogni banca che lancia un prodotto basato su Bitcoin o ogni investitore tradizionale che lo include nel proprio portafoglio, si scava lentamente la fossa per il sistema finanziario tradizionale. Gli attori che restano fuori da questo processo rischiano di trovarsi in una posizione sempre più debole, incapaci di competere con un mercato che sta gradualmente abbracciando Bitcoin.

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