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Fermata #21 - Come funzionerà il "Piano B" di Lugano?

La città svizzera di Lugano vuole diventare la "capitale europea di Bitcoin". Ne incentiverà la diffusione tra i privati e lo accetterà per il pagamento di tasse e servizi pubblici. Ma come lo farà?

Per noi è chiaro. Bitcoin esiste ed è qui per restare”. Sono le parole che il sindaco di Lugano Michele Foletti ha pronunciato giovedì 3 marzo all’evento Lugano’s Plan B, in cui l’amministrazione della città svizzera, insieme a Tether Limited - società che nel 2014 ha lanciato Tether USDT, la più nota stablecoin1 agganciata al valore del dollaro -, ha firmato un protocollo d’intesa per incentivare la diffusione di Bitcoin, di Tether e della stablecoin locale Lvga. In cosa consiste il piano e, soprattutto, come verrà implementato?

Cosa prevede il “Piano B”

Le tre criptovalute potranno essere utilizzate per pagare sia nel settore pubblico che in quello privato. La municipalità di Lugano le accetterà per il pagamento di tasse e contributi comunali e per la grande maggioranza dei propri servizi: documenti d’identità, cittadinanza, licenze, accesso a eventi pubblici, affitti e molto altro. Ma l’iniziativa è pensata anche per il settore privato.

Fondi per imprese e studenti

Per assistere le aziende che vorranno accettare bitcoin è stato istituito un fondo da 3 milioni di franchi, finanziato da società tra cui la stessa Tether. L’idea è poi quella di creare un ulteriore fondo da 100 milioni - la cui gestione sarà in mano a un board - per finanziare aziende e startup che decideranno di spostarsi a Lugano e per le quali verrà creato un hub in centro città. I primi passi verranno mossi nei prossimi 3-6 mesi con alcune aziende che hanno già manifestato l’intenzione di trasferirsi nel comune ticinese. Saranno anche emesse 500 borse di studio universitarie con corsi dedicati per permettere agli studenti di approfondire Bitcoin e le sue applicazioni.

Bitcoin World Forum e green mining

Dal 26 al 28 ottobre 2022 a Lugano si terrà il Bitcoin World Forum, al quale hanno già confermato la partecipazione tre dei personaggi più noti e autorevoli del settore: Adam Back, Samson Mow e Max Keiser.

Secondo quanto annunciato, il comune e Tether esploreranno poi la possibilità di fare mining di bitcoin a livello pubblico esclusivamente con energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili (più avanti i dettagli).

Ma andiamo con ordine: cos’è Lvga, come funziona e cosa c’entra con Bitcoin?

L’applicazione My Lugano

Lvga, Tether e Bitcoin sono strumenti completamente diversi tra loro che non hanno nulla in comune se non la parola “criptovaluta”. Di fatto i “Lvga Points” sono crediti che vengono concessi in forma di cashback ai possessori dell’app My Lugano. Come spiegato a Bitcoin Train da Davide Baldi, fondatore di Luxochain e creatore dell’app My Lugano, quest’ultima è stata sviluppata a inizio 2020 e “oggi più della metà degli esercizi commerciali cittadini la usa regolarmente”. Per iscriversi serve completare una procedura di kyc2 e “su ogni acquisto - che può essere fatto in franchi tramite carta di credito - i residenti ricevono un cashback in Lvga del 10%, i non residenti del 5%”.

Quella su cui gira Lvga è “una blockchain permissioned basata su proof-of-authority”, spiega Baldi. “Questo significa che i nodi devono essere autorizzati dalla città di Lugano e oggi ce ne sono circa una ventina tra cui Swisscom3, BancaStato4, l’ente ospedaliero, le università”. Sostanzialmente si tratta di un’infrastruttura informatica che mantiene il requisito della fiducia in alcune autorità verificanti.

Tutto in un’unica applicazione?

Ciò che resta da capire è come verranno integrati tecnologicamente Bitcoin, Tether e Lvga. L’idea iniziale, secondo quanto raccolto da Bitcoin Train, sarebbe quella di provare a unire tutto nell’unico ambiente dell’app My Lugano. “Nei prossimi mesi - continua Baldi - saranno studiate delle integrazioni per cercare di far transitare tutto sull’app che i commercianti già usano. Probabilmente andremo a implementare una soluzione alla Chivo - il wallet (descritto nella fermata #18 da Riccardo Giorgio Frega) distribuito in El Salvador dal governo - però il tavolo è aperto. La soluzione definitiva verrà stabilità in accordo con le autorità di competenza”.

Un progetto di questo tipo fa pensare che, come nel caso di Chivo, anche in quello dell’app My Lugano il wallet Bitcoin sarà custodial (qui la differenza tra custodial e non-custodial), ovvero non consentirà di gestire le chiavi private agli utenti e affiderà la gestione dei fondi a terzi, ma Baldi precisa che “non è per forza detto”, proprio perché le discussioni sono ancora aperte.

Interessante capire anche se all’interno dell’applicazione sarà possibile scambiare le tre criptovalute, convertendo per esempio Tether in bitcoin o viceversa. Il Cto di Tether e Bitfinex Paolo Ardoino, parlando a Bitcoin Train, ha detto che al momento stiamo valutando con un team di sviluppatori quale sia la soluzione migliore. Comunque la possibilità può essere integrata usando vari service provider come Bitcoin Suisse, Bitfinex (società che controlla Tether Limited, ndr) e altri”.

Mining con energia rinnovabile

La città, come anticipato, sta studiando insieme a Tether come iniziare a fare mining sfruttando fonti energetiche green. I dettagli non sono ancora definiti ma “da quello che vediamo - spiega Ardoino - la potenza a disposizione potrebbe essere dai 5 ai 10 MW/h, il che richiederebbe un investimento di circa 20 milioni di franchi”. La dislocazione delle macchine Asic non è ancora stata individuata ma “le tempistiche sarebbero di circa 6/9 mesi per iniziare”.

A differenza di quanto accaduto in El Salvador però in Svizzera bitcoin non è stato dichiarato legal tender5. Ciò significa che la città di Lugano non è autorizzata a detenere capitali in bitcoin, perciò sia il ricavato del mining che quello proveniente dal pagamento di imposte e servizi pubblici dovrà essere convertito in franchi.

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