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Fermata #230 - Ponzi e gonzi
Calenda definisce Bitcoin uno schema Ponzi: strafalcione emblema di un progressismo la cui ideologia ha perso ogni tipo di legame con le origini del termine.
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Anno Domini 2025. A oltre 16 anni dalla nascita di Bitcoin, con un’ecosistema cresciuto progressivamente, una tecnologia che ha già reso obsolete decine di valute fiat nel mondo e che gradualmente si avvicina a quelle più importanti, un asset che ha attratto Stati e finanza tradizionale, qualcuno crede ancora che si tratti di uno “schema Ponzi”.
Non si tratta di un signor nessuno, bensì di un esponente politico che vorrebbe rivolgersi a un elettorato giovane e colto per fornire un’alternativa al populismo di destra e di sinistra. Un esponente politico che si definisce progressista e liberale: prima di proseguire, fermiamoci un attimo su questo punto.
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Se analizzassimo l’etimologia dei termini - progressista e liberale - scopriremmo che il loro significato sarebbe perfettamente allineato con l’ethos di Bitcoin.
Progressista deriva dal latino progredi, con il significato primordiale di “procedere in avanti”, una nozione che sottolinea il movimento e l’evoluzione, senza necessariamente assumere valenze ideologiche.
Liberale scaturisce da liberalis, basato su liber, che significa “libero”, enfatizzando la condizione di indipendenza.
Purtroppo, con il tempo, il significato reale di questi termini è stato distorto. Oggi il termine progressista viene associato a chi sostiene l’intervento statale, generando dunque spesa improduttiva e violando i diritti di proprietà tramite l’imposizione fiscale, elementi che limitano l’innovazione e l’efficienza del libero mercato.
Allo stesso modo, liberale viene adottato per giustificare politiche che, invece di promuovere la libertà individuale, introducono fanta-diritti per categorie arbitrarie che, per essere mantenuti, implicano una spesa pubblica e, dunque, un’ulteriore estorsione nei confronti dei privati cittadini. Progressismo e liberalismo sono oggi sinonimi dei loro contrari: regresso e dirigismo.
Ma torniamo al punto di partenza. Avrete capito che il politico in questione è Carlo Calenda. Ospite di una puntata di Pulp Podcast pubblicata lo scorso 28 gennaio, il segretario di Azione ha detto:
“Pensa al Bitcoin lanciato da Trump… Io sono d’accordo con chi dice che il bitcoin è uno schema Ponzi”.
#calenda#carlocalenda#bitcoin per favore qualcuno spieghi al Senatore Calenda , che non esiste nessun bitcoin di Donal Trump e Che $btc nasce proprio in antitesi al discorso turbo capitalista che andava criticando. Il vero schema ponzi in Italia sono le pensioni.
— Francesco Gremese (@lightgreme)
4:09 PM • Jan 27, 2025
Certo, la reazione migliore sarebbe quella di farsi una sana risata e ignorare Calenda. Ma dato che con il recente apprezzamento di bitcoin diversi nuovi lettori si sono uniti alla newsletter, ritengo utile soprattutto per loro smentire logicamente e una volta per tutte questa diceria.
Bitcoin: l’opposto di uno schema Ponzi
Il termine deriva da Charles Ponzi, un truffatore italo-americano attivo all’inizio del Novecento. Ponzi divenne celebre per aver orchestrato uno dei primi e più famigerati schemi fraudolenti: prometteva agli investitori rendimenti estremamente elevati, sostenendo che tali profitti derivassero da operazioni di arbitraggio internazionale sulle cartoline postali. In realtà, i ritorni venivano finanziati esclusivamente dai fondi investiti dai nuovi aderenti, piuttosto che da un’attività economica realmente produttiva. In sostanza, il sistema funzionava soltanto finché si riusciva a reclutare costantemente nuovi investitori. Quando questo flusso si interruppe, il meccanismo collassò, lasciando migliaia di persone con ingenti perdite economiche.
Charles Ponzi
Uno schema Ponzi, o piramidale, si caratterizza dunque da alcuni elementi fondamentali:
Promessa di rendimenti eccezionalmente elevati
Fondi provenienti dai nuovi investitori
Assenza di un modello di business sostenibile
Centralizzazione e manipolazione
Gli schemi piramidali si sono verificati sia nel mondo della finanza tradizionale che nel mondo “crypto” che, come ho più volte specificato in questa newsletter, resta comunque un’estensione della finanza tradizionale e ben poco ha a che vedere con Bitcoin.
Nel mondo della finanza tradizionale, il caso di Bernie Madoff ha rappresentato il paradigma moderno di uno schema Ponzi. Madoff, attraverso un sofisticato meccanismo di gestione degli investimenti, riuscì a truffare migliaia di investitori per miliardi di dollari, distribuendo rendimenti fittizi finanziati dai nuovi investimenti, piuttosto che da reali profitti derivanti da attività economiche. La trasparenza era deliberatamente assente e il sistema si basava esclusivamente sulla fiducia ingiustificata nei confronti dell’operatore centrale.
Nel contesto delle criptovalute, si può citare un esempio come HyperVerse. Facendo paradossalmente leva sulla retorica della “decentralizzazione” e delle “tecnologie blockchain”, HyperVerse si è rivelata una struttura in cui i rendimenti promessi ai primi investitori erano finanziati in maniera simile agli schemi Ponzi tradizionali, con un’eccessiva dipendenza dal continuo afflusso di nuovi capitali.
A differenza degli schemi Ponzi, Bitcoin è stato concepito sin dall’inizio come un sistema decentralizzato e trasparente, privo di un’autorità centrale e basato su regole matematiche e crittografiche. La distribuzione iniziale di Bitcoin avviene attraverso il meccanismo della Proof-of-Work, che è alla base del processo del mining e che è stata accuratamente descritta nella fermata #83.
In Bitcoin, la validazione delle transazioni e la creazione di nuovi blocchi sono affidate a una rete distribuita di nodi, non a un’entità centrale come Charles Ponzi, Bernie Madoff o il team di HyperVerse. Il sistema poi non richiede un afflusso costante di nuovi capitali per pagare i precedenti “investitori”. In più, il codice di Bitcoin è open-source, chiunque con un minimo di competenze informatiche può consultarlo e trarre le proprie conclusioni. La trasparenza non è una caratteristica tipica degli schemi Ponzi.
Ma forse questo Calenda non lo sa.
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