Fermata #233 - L'autostrada dei pagamenti

Un nuovo report di Fidelity conferma la tesi che si è consolidata con il dibattito della community. La direzione del Lightning Network sarà quella di fornire l'interoperabilità ai nuovi layer di Bitcoin

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Nella scorsa fermata ho scritto di quando Bitcoin potrà diventare un mezzo di scambio attraente per l’intero mercato e non per i semplici appassionati. Oltre al quando, però, deve esserci anche un come. Com'è noto, la blockchain di Bitcoin non potrà mai supportare i pagamenti quotidiani del mondo intero perché lo spazio di ogni blocco è limitato a circa 4MB, il ché porta oggi il layer base a sostenere all’incirca 300.000 transazioni giornaliere.

Per rendere Bitcoin il vero contante digitale serviva un layer di pagamento: per questo è nato il Lightning Network, spiegato nella fermata #27.

Per anni il Lightning Network è stato considerato - dai detrattori in primis ma poi anche da alcuni sostenitori di Bitcoin delusi da una mancata adozione mainstream - un esperimento affascinante ma con troppi ostacoli tecnici. I dati più recenti, però, sono incoraggianti.

Un recente report pubblicato da Fidelity Digital Assets evidenzia come il Lightning Network non solo stia crescendo in termini di adozione, ma stia emergendo come il protocollo di riferimento per i pagamenti su Bitcoin.

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I colli di bottiglia

Il Lightning Network presenta alcuni ostacoli tecnici. Uno dei principali problemi riguarda la liquidità dei canali. Essendo basato su una struttura di canali bidirezionali, un utente può inviare pagamenti solo fino al limite di liquidità disponibile nel proprio canale. Questo significa che, se un canale è sbilanciato o scarico, non può ricevere pagamenti fino a quando non viene ricaricato con nuova liquidità.

Il sistema funziona tramite commitment transactions che bloccano una quantità di Bitcoin on-chain, rendendoli spendibili solo all'interno del canale. Se un utente esaurisce la sua liquidità in uscita, deve aprire un nuovo canale o ricevere pagamenti per riequilibrare quello esistente. Questo crea una frizione significativa per gli utenti retail che potrebbero non voler gestire costantemente la propria liquidità.

Un altro problema critico riguarda il force-close dei canali, ovvero la chiusura forzata di un canale a causa di una mancata cooperazione tra le parti o per inattività prolungata. Questo comporta il pagamento di commissioni elevate sulle transazioni on-chain e può causare ritardi nell'accesso ai fondi. Per mitigare questi problemi, sono state sviluppate soluzioni come i Lightning Service Providers (LSP), che facilitano la gestione dei canali per migliorare l’esperienza degli utenti finali. Per approfondire il tema rimando all’intervista al Ceo di Breez (wallet Lightning con LSP integrato) Roy Sheinfeld, nella fermata #100.

Il Lightning Network cresce, nonostante tutto

Il report di Fidelity mostra che la capacità totale dei canali pubblici è aumentata del 384% in termini di BTC dal 2020 al 2024, mentre la capacità denominata in dollari ha segnato un +2767%: dato influenzato dall’aumento del prezzo di Bitcoin. La crescita non è solo quantitativa: si sta verificando una razionalizzazione del network con meno canali, ma più grandi ed efficienti, che migliorano la probabilità di successo dei pagamenti. Tuttavia, questo comporta anche un compromesso: una maggiore concentrazione di liquidità in nodi più grandi aumenta la centralizzazione della rete. Per dare un’idea, la capacità media per canale Lightning ha raggiunto circa 9 milioni di satoshi (0.09 BTC), con alcuni canali che arrivano fino a 10 BTC.

L'adozione istituzionale sta giocando un ruolo importante: Coinbase ha integrato Lightning nel 2024 e i fornitori di servizi di pagamento come Voltage hanno registrato un incremento del 200% nel volume dei pagamenti nel solo 2024 rispetto al 2023. Fidelity evidenzia che il Lightning Network sta diventando la soluzione più efficiente per transazioni nell'ecosistema Bitcoin, con tempi medi di conferma inferiori al mezzo secondo e commissioni vicine allo 0% per gli operatori ben configurati.

La base dell’interoperabilità per Bitcoin

Oltre alla sua funzione primaria di sistema di pagamento istantaneo, il Lightning Network sta diventando il collante per un'intera gamma di tecnologie emergenti su Bitcoin. Soluzioni come ARK, Cashu, Fedimint, RGB e Taproot Assets sfruttano Lightning come base per offrire nuovi casi d’uso, ciascuno con caratteristiche peculiari:

ARK (vTXOs): ARK introduce il concetto di "virtual UTXOs" (vTXOs), un modello che consente pagamenti scalabili senza necessità di liquidità preventiva nei canali. Il sistema utilizza un'architettura basata su Ark Service Provider (ASP), attori di rete che facilitano la creazione e gestione di vTXOs. A differenza del Lightning Network, in cui gli utenti devono aprire e finanziare canali in anticipo, ARK consente ai pagamenti di fluire senza configurazioni complesse, eliminando il problema della liquidità iniziale e semplificando sia la custodia che le transazioni su Bitcoin.

Cashu e Fedimint (ecash): implementano un modello di Chaumian ecash per garantire privacy avanzata nei pagamenti. Funzionano creando token digitali firmati crittograficamente da un emittente, che gli utenti possono scambiare in modo anonimo. I token possono essere riscattati per Bitcoin, garantendo che il sistema resti trust-minimized e compatibile con Lightning.

RGB e Taproot Assets (client-side validation): RGB e Taproot Assets sono soluzioni di validazione client-side che permettono la creazione e la transazione di asset digitali, inclusi stablecoin e token personalizzati, direttamente su Bitcoin. Per una spiegazione più dettagliata, rimando all’intervista a Federico Tenga nella fermata #71.

Tutte queste soluzioni hanno un punto in comune: sono interoperabili con il Lightning Network. Questo significa che, indipendentemente dalla tecnologia che prevarrà per un caso d’uso specifico, Lightning sarà il minimo comune denominatore per l'utilizzo di Bitcoin come sistema di pagamento. 

Tutte le tecnologie descritte, incluso il Lightning Network, stanno venendo sviluppate a gran velocità e ci sono pochi dubbi sul fatto che, nel giro di pochi anni, saranno pronte per permettere l’onboarding di miliardi di persone. Saranno di più invece, gli anni che impiegherà il dollaro statunitense a diventare più volatile di bitcoin. In altre parole, è molto verosimile che la tecnologia sarà pronta prima ancora della sua futura utenza.

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