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Fermata #33 - Il Bitcoin Standard personale
Dialogo con Laura Nori, community manager di Bitcoin People, che da anni vive ricevendo lo stipendio in bitcoin. Strumenti e abitudini in una vita da Bitcoin Standard, prima del Bitcoin Standard
Cosa si intende per Bitcoin Standard? L’interpretazione varia a seconda del punto di vista e del background di ognuno: per qualcuno si verificherebbe solo se le maggiori banche centrali accumulassero bitcoin ed emettessero valuta garantita dalle proprie riserve; per altri si tratta di uno scenario in cui sia uso comune guadagnare, risparmiare, spendere - quindi sostanzialmente vivere - in bitcoin.
Tuttavia come direbbe Aleksandar Svetski, autore di Bitcoin Magazine e noto bitcoiner, “le masse non contano”. Già oggi ognuno di noi può provare a vivere nel proprio Bitcoin Standard personale. Lo ha fatto per anni Laura Nori, ora community manager di Bitcoin People, ospite di questa fermata di Bitcoin Train.
Il testo che segue è un riassunto delle parti più importanti del video pubblicato.
E’ vero che hai scoperto Bitcoin per via di un’opportunità lavorativa?
Sì, io arrivo da una formazione artistica e di Bitcoin non sapevo nulla. A un certo punto mi si presenta l’occasione di fare un lavoro occasionale: creare un logo per un’azienda di Hong Kong che avevo conosciuto tramite un amico in comune. Faccio il lavoro e loro mi propongono di essere pagata in bitcoin, offrendomi addirittura più soldi pur di evitare i problemi burocratici legati alla retribuzione di un lavoro da Hong Kong all’Italia. Io ho accettato subito, entusiasta del fatto che avrei potuto ricevere denaro in 10 minuti e senza problemi.
Non ti sei posta inizialmente il problema: “Ma cosa sono questi bitcoin?”
No, ne ho capito subito il potenziale. Tuttavia non ho approfondito più di tanto inizialmente e infatti, quando ho ricevuto questi soldi, li ho venduti subito in cambio di euro. Da lì è iniziato il mio percorso con questa azienda che ha continuato a pagarmi in bitcoin, che io cambiavo tutti i mesi per pagarmi l’università e le spese quotidiane.
Il tuo è un caso abbastanza atipico: è più comune scoprire Bitcoin per sentito dire da amici, colleghi o dai media e man mano approfondire fino ad arrivare a cercare di essere retribuiti in bitcoin per il proprio lavoro. Tu hai fatto il percorso inverso.
Il mio è un caso simile a quello delle rimesse dall’estero. Molte famiglie, spesso nel terzo mondo, mandano i figli a lavorare all’estero e trovano utile farsi mandare soldi in bitcoin non avendo un conto in banca, convertendoli poi subito in valuta locale perché ne hanno necessità immediata. Pur in un contesto molto diverso, l’utilizzo che ne facevo io inizialmente è simile: utilizzavo Bitcoin come network di pagamento.
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Il miglior modo per acquistare bitcoin è utilizzando RELAI, la Bitcoin App più semplice d’Europa. Scaricala cliccando qui o scannerizzando il QR Code e utilizza il codice “FEDERICO” per risparmiare lo 0,5% in commissioni.
RELAI applica una politica di KYC light: non richiede registrazioni o dati personali fino a un limite di acquisto di € 900 al giorno. Tutto ciò che serve per comprare è il proprio IBAN. E’ ottimale per impostare dei piani di accumulo settimanali o mensili.
RELAI è un servizio non-custodial. La somma bonificata viene convertita automaticamente in bitcoin e trasferita su un wallet di cui è l’utente ad avere il controllo: not your keys, not your bitcoins.
Qual è il principale vantaggio dell’essere pagati in bitcoin?
Secondo me l’aspetto più interessante è quello relativo alle possibilità che apre. Ti dà l’opportunità di lavorare anche occasionalmente per realtà che hanno la sede in qualsiasi parte del mondo: amplia le opportunità lavorative per chi lavora come freelance, per i grafici, per chi fa consulenze, divulgazione, per chi parla più lingue. Facendosi un sito Internet mostrando ciò che si fa e accettando pagamenti in bitcoin si può essere raggiunti da clienti da ogni parte del mondo che potrebbero essere interessati al prodotto o al servizio offerto. Internet ha decentralizzato l’informazione e ha offerto tante opportunità, ora abbiamo la possibilità di decentralizzare il denaro.
Come si gestisce la parte burocratica?
Io sono partita IVA quindi fatturo in euro e pago le tasse normalmente come se ricevessi euro. Da questo punto di vista non cambia nulla dal ricevere euro e poi comprare bitcoin. All’Agenzia delle Entrate non interessa se io poi converto o meno, l’importante è fatturare il controvalore in euro di ciò che si riceve.
Essere pagati in bitcoin può cambiare il mindset in termini di risparmio. L’idea che nel lungo periodo il potere di acquisto di bitcoin sia destinato a crescere incentiva il risparmio e disincentiva il consumo a tutti i costi: un meccanismo contrario a un sistema, quello attuale, in cui si è invece incentivati a consumare per compensare la svalutazione costante della moneta fiat.
Per te questo cambiamento di mentalità c’è stato?
Sì, inizialmente non mi interessavo all’economia e nemmeno al risparmio. Quando poi ho cominciato a capire Bitcoin, dopo circa un anno, ho pensato: “Ok, non ne voglio più vendere”. Ho iniziato a sentirmi onorata di avere bitcoin tra le mani. Difficilmente oggi ci si può sentire fieri di un asset che si detiene per via del potenziale che rappresenta per il futuro. L’ambizione e la visione di lungo termine che mi ha dato Bitcoin non le avevo percepite con nient’altro, se non fosse stato per questa innovazione tecnologica mai mi sarei messa a risparmiare a 22 anni. Bitcoin mi ha dato speranza.
Per chi non avesse la fortuna di ricevere bitcoin direttamente sui propri indirizzi oggi ci sono piattaforme come Bitwage che permettono, previa registrazione e quindi pratiche di KYC, di ottenere un IBAN da fornire al datore di lavoro e di ricevere il corrispettivo in bitcoin sul proprio wallet. Per viaggiare ho poi sentito parlare anche di siti come CheapAir, una sorta di Skyscanner che ti permette di prenotare voli pagando in bitcoin (esempio di utilizzo nel video, nda).
Quali sono gli strumenti che utilizzi più frequentemente per spendere bitcoin?
In particolare Bitrefill, che permette di comprare in bitcoin dei voucher da utilizzare su Amazon, nei supermercati e in catene commerciali di ogni genere, il tutto senza pratiche di KYC (esempio di utilizzo nel video, nda).
Online su YouTube il sesto video con Massimo Musumeci
Di seguito la sesta puntata della nuova serie di video-approfondimenti live dedicati al tema della settimana di Bitcoin Train sul canale YouTube di Massimo Musumeci, fisico, ricercatore Bitcoin ed esperto di privacy e sicurezza informatica.
Appuntamento tutti i lunedì alle ore 17:00.
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