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Fermata #86 - Politica e Bitcoin con Luca Venturini
L'approccio libertario e la rottura delle catene con gli Stati. Luca Venturini, imprenditore ed early-adopter, parla delle idee che lo hanno avvicinato alla tecnologia scoperta da Satoshi Nakamoto
Luca Venturini, oltre a essere un imprenditore, è uno dei primi noti early-adopter1 della scena italiana. Vive esclusivamente in bitcoin, senza toccare euro o dollari, dal 2013 e uno dei fattori che lo ha più avvicinato alla tecnologia scoperta da Satoshi Nakamoto è la sua componente libertaria.
Ho voluto parlare con lui per affrontare l’aspetto politico implicato dai valori di Bitcoin. L’idea di un protocollo che funzioni senza chiedere permesso, senza l’approvazione dell’autorità, è ciò che sta alla base di uno dei detti più diffusi nel settore: rules without rulers, regole senza regolatori. Il poter proteggere i propri risparmi autonomamente, senza l’obbligo di correre rischi di controparte, è un aspetto intriso del concetto di libertà individuale (e dunque anche di responsabilità individuale).
Due temi, tra tanti, che hanno fatto avvicinare molto il mondo libertario a Bitcoin. Fino ad arrivare a quel pensiero anarco-capitalista - il cui principale esponente è Murray Rothbard - che vede la possibilità di una società florida senza l’autorità statale ma guidata unicamente dagli incentivi del libero mercato.
Dopo aver lavorato con dei venture capital in Silicon Valley, Luca Venturini si è trasferito alle Bahamas. Uno dei vari motivi che lo ha portato ad andarsene è legato a quella mentalità libertaria americana che Venturini definisce “un po’ a metà”.
Una cosa che si ripete di continuo in California è: “It’s the law”. Nessuno pensa che la legge vada interpretata, se sia giusto seguirla o non seguirla. Un italiano o un tedesco che ti dice “It’s the law” è un pazzo. Probabilmente perché gli americani non hanno certi retroscena storici e quindi possono permettersi di sostenere che la legge vada sempre seguita.
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L’intera intervista a Luca Venturini è disponibile su YouTube, quanto segue è un riassunto delle parti più significative.
Recentemente hai detto: “Se ti ritieni bitcoiner e non sei anarco-capitalista, forse non hai capito bene Bitcoin”. Puoi approfondire?
Secondo me Bitcoin non ha ragione di esistere se non per un motivo politico. Qualcuno parla di transazioni veloci o altre caratteristiche, ma la cosa più importante è l’idea alla base: separare il denaro dallo Stato.
Gli Stati si occupano del denaro in due modi: il primo è costituito dalle tasse, un furto che viene perpetrato ogni giorno, l’altro è stamparlo. In termini pratici lo Stato può stampare quello che vuole diminuendo il potere d’acquisto di chi detiene quel denaro.
Qui il buon dottorando in economia ti direbbe: “Gli Stati non stampano moneta perché ci sono le banche centrali, indipendenti dai Paesi”.
Esatto. Questo è un bel giochino al quale si potrebbe rispondere in modo analitico andando a vedere i legami tra banche centrali e Stati: queste porte girevoli in cui si entra e si esce da un momento all’altro in cui gli uni vengono nominati dagli altri, ecc. Altrimenti si può essere sintetici, prendere un individuo e chiedergli: “Di cosa ti occupi? Sei forse il governatore della banca centrale? Sei il Presidente del Consiglio? Ti occupi di decidere quanto denaro generare?” Se la risposta è negativa allora è chiaro che ci sia qualcun altro che decide il valore dei soldi che ha in tasca. Che formalmente a farlo sia la banca centrale o lo Stato, se tu hai in tasca € 100 e qualcun altro stampa nuovi euro generando del credito, i tuoi € 100 valgono di meno.
Questa cosa è particolarmente interessante per alcuni Paesi. In Italia qualcuno può essere d’accordo sul fatto che venga fatto debito per costruire delle infrastrutture. In El Salvador, che è un Paese dollarizzato, la situazione è completamente diversa. L’inflazione generata dagli Stati Uniti viene esportata in El Salvador senza alcun beneficio per i cittadini locali. I nuovi dollari messi in circolazione fanno perdere potere d’acquisto alla popolazione salvadoregna, senza che quest’ultima goda degli stimoli economici e fiscali degli Usa. In El Salvador, quindi, hanno fatto benissimo a passare a Bitcoin.
Diresti che Bitcoin facilita una possibile transizione verso una società anarco-capitalista?
Bisogna partire dicendo che non si può descrivere una società anarco-capitalista. Qualcuno mi chiede: “Chi costruirà le strade?” La mia risposta tipica è: “Non lo so, non mi interessa”. Quello che dico io è che la tassazione è un furto, è un atto immorale e subirla è un atto da codardi. Se sei Rothbard puoi permetterti di fare degli esercizi di pensiero, noi no.
Detto ciò, come spiegare il legame con Bitcoin? Forse con un paradosso. Ipotizziamo che ci sia un ministero che detenga un database contenete tutte le caratteristiche di tutti gli italiani e che sia in grado di decidere benissimo quali coppie avranno più successo nella vita. Questo ministero decide quindi chi dobbiamo sposare. Qualcuno, tra tutti, alza la voce e dice: “No, voglio scegliere io chi sposare”. E gli altri reagiscono gridando: “No! Sei un anarchico!” Questa per tutti noi è una cosa da pazzi. E’ però quello che è successo e succede per tante altre cose nella quotidianità.
In passato il mio numero di telefono urbano doveva per forza essere con la SIP, che poi è diventata Telecom Italia. Di fatto qualcun altro decideva per me con chi dovessi avere un contratto a vita. A un certo punto qualcuno ha preteso di scegliere autonomamente la compagnia e ora si sta molto meglio, il contratto telefonico costa molto di meno.
Perché non si può fare la stessa cosa con la sanità, con le strade o con tutto il resto? È esattamente come un matrimonio. In Italia ci si sposa con il Servizio sanitario nazionale nei termini di un contratto che nessuno può rescindere, come il matrimonio tradizionale è stato per lungo tempo. Perché, come puoi oggi scegliere il coniuge e il fornitore telefonico, non puoi scegliere chi ti fornirà il servizio sanitario o stradale?
Si arriva poi al denaro, anch’esso in regime di monopolio, che è la cosa più importante in assoluto perché è la rappresentazione del mio tempo. I soldi che ho incassato l’ultimo mese sono una rappresentazione delle ore impiegate a lavorare. Quando qualcuno diluisce il denaro che ho in tasca, sta diluendo il mio tempo passato. E’ come dire che ieri ho lavorato otto ore ma ho ricevuto il compenso solo per sette. Di fatto qualcuno stabilisce che per un’ora hai lavorato in forma di schiavo. Gli anarco-capitalisti chiedono spesso: “Quale percentuale del tuo tempo è considerabile schiavitù?” Il 100% si chiama schiavismo. Ma il 99% non è schiavismo? E il 30%? E il 20%? La realtà è che non c’è una percentuale. Se qualcuno ruba anche solo un minuto della mia giornata senza il mio consenso è schiavismo.
Oggi euro e dollari sono l’equivalente dei soldi del Monopoli, stampati e svalutati delle autorità. Preferisci quei soldi o dei soldi generati da un algoritmo con una chiara politica monetaria? Solo un pazzo può rifiutare di essere orange-pillato oggi.
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Anarco-capitalismo significa soprattutto libertà e responsabilità individuale. Quando in un’espressione viene inserito il termine “anarchia”, tuttavia, scattano immediatamente scetticismi e pregiudizi. Da dove derivano secondo te?
Secondo me c’è purtroppo una storia di distacco dai genitori. Soprattutto i giovani potrebbero avere nostalgia del periodo in cui i genitori si prendevano cura di loro. Quando arriva lo Stato e ti dice: “Io mi occuperò delle strade, della sanità, ecc.”, questi ci ritrovano la figura genitoriale e sono contenti.
La differenza è che qua c'è un genitore per tutti quanti. Qui abbiamo due visioni opposte di società. La prima secondo cui solamente io posso decidere ciò che è meglio per la mia vita, la seconda secondo cui deve sempre esserci qualcuno che ha la presunzione di potersi occupare del cosiddetto bene comune. Il punto, forse, è che utopico pensare a una singola autorità che sia in grado di valutare in modo efficiente le azioni da intraprendere per migliorare la vita di decine o centinaia di milioni di persone.
Quello che mi viene da dire ai non anarco-capitalisti è sì di studiare - leggendo Difendere l’indifendibile di Walter Boch, The Sovereign Individual, ecc. - ma soprattutto di crescere. Devono capire di essere degli adulti e di non aver più bisogno di mamma e papà. Crescendo si diventa anarco-capitalisti.
Quando passa questo principio è un attimo capire che bastano due parti per definire un contratto o un’associazione, non serve anche il controllore con il suo contratto sociale imposto dall’alto che nessuno vuole.
Bitcoin permette agli individui di votare con il proprio denaro e di trasferirsi verso giurisdizioni che offrano condizioni migliori rispetto a quelle in cui risiedono. Tu ne sei un esempio.
Gli Stati hanno il terrore che voi possiate andarvene perché così non potrebbero più rubarvi soldi. The Sovereign Individual spiega bene, facendo i conti, quanti soldi vengano sottratti ai cittadini nel loro arco di vita in base all’imposizione fiscale. Andarsene da un Paese con un alto cuneo fiscale verso uno con zero o poche tasse significa, nell’arco della propria vita, farsi staccare un assegno milionario: il fatto che questa decisione ora si possa prendere velocemente è un grosso problema per i grandi Stati. Alcuni evitano questo problema nel modo più socialista possibile: bloccando con il Muro di Berlino (o richiedendo il Passaporto, l’equivalente del Muro).
Io dico a tutti: prendete un foglietto, cominciate a elencare i Paesi in cui vorreste andare. Iniziate a viaggiare e mettete in conto di non tornare. Ognuno ha le sue esigenze e le sue preferenze. Io cercavo un posto con zero tasse sul reddito e quindi sono venuto nelle Bahamas. Qui c’è l'Iva al 10%, qualcun altro non vuole l’Iva e allora magari va alle Cayman.
Io questa scelta l'ho fatta due volte: una volta per andare in California e un'altra per venire alle Bahamas. Mi sono trovato benissimo in entrambi i casi. La Silicon Valley per me era il paradiso, un parco giochi per ingegneri, un posto stupendo per sviluppare idee. Poi sono venuto qui che è un altro tipo di paradiso. Spiagge deserte, cuneo fiscale basso, ecc.
Tu ti sei anche distaccato dal sistema finanziario tradizionale e utilizzi esclusivamente bitcoin già dal 2013. Sei poi Ceo di BitWage Europa, società che permette di convertire il proprio stipendio in bitcoin. Quali consigli daresti per vivere senza toccare euro?
In molti si chiedono come spenderanno bitcoin. A parte che un domani lo accetteranno tutti ma già oggi esistono soluzioni per comprare beni e servizi in sats. CheapAir.com, per esempio, consente di acquistare biglietti aerei, hotel e auto in affitto utilizzando bitcoin. BitWage ha la licenza di provider di paghe in Europa, quindi i datori di lavoro più grandi non possono rifiutarsi di utilizzarlo se richiesto dal dipendente, devono accettare di fare il bonifico abituale verso BitWage. Poi l’utente sceglierà che percentuale ricevere in euro e che percentuale in bitcoin. C’è poi Bitrefill, che ormai è diventato lo standard per acquisire voucher che possono essere spesi per innumerevoli beni e servizi.
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Ben Arc è il creatore di LNbits ed è un esperto di hardware e software Bitcoin. Recentemente ha sviluppato il primo signing device per gestire le chiavi di Nostr e il Nostr Marketplace.
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Online su YouTube la live di lunedì scorso con Massimo Musumeci
E’ online il nuovo video-approfondimento dedicato al tema della settimana di Bitcoin Train sul canale YouTube di Massimo Musumeci, fisico, ricercatore Bitcoin ed esperto di privacy e sicurezza informatica.
Questa settimana si è parlato della distinzione tra security e commodity e della corretta definizione di Bitcoin in tale contesto. Appuntamento a lunedì 27 marzo!
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